Dopo esserci lasciati alle spalle il caos che il 2019 ha portato con sé e mentre ci gettiamo a capofitto in un nuovo anno, l'inventore del Web Tim Berners-Lee ha presentato il suo nuovo coraggioso piano. Il suo obiettivo è salvare Internet.
Sono passati 30 anni da quando una delle più grandi invenzioni moderne ha rivoluzionato il modo in cui il mondo funziona. Trent'anni. Sembrano lontanissimi i tempi in cui non potevamo prendere in mano uno smartphone e cercare tranquillamente una risposta su Google, fare una videochiamata a un amico in Australia o guardare in streaming il nostro programma preferito nel tragitto casa-lavoro. Come facevamo prima?
Di pari passo con la crescita di Internet negli ultimi decenni, sono aumentati anche il livello della domanda, l'avidità e l'abilità di utilizzare la rete come strumento di manipolazione. Restrizioni governative, data mining, disinformazione e censura hanno reso più complicato navigare online.
Berners-Lee ha elaborato un contratto che lui stesso definisce "una roadmap per costruire una rete migliore", che lasci spazio a un mondo nuovo e differente. Il suo obiettivo principale? Utilizzare questo contratto per impedire a chiunque faccia uso di Internet in tutto il mondo di abusarne.
Quindi, qual è il piano?
Nel tentativo di dare un taglio a queste questioni, è stato messo a punto un piano dettagliato che coinvolge enti governativi, aziende e cittadini. Il contratto presenta una guida a un programma di criteri digitali a cui conformarsi. I rappresentanti di oltre 80 organizzazioni mondiali, tra cui colossi del calibro di Microsoft, Twitter e Google, hanno collaborato con Berners-Lee per stilare questa proposta ma, perché funzioni, tutti devono fare la loro parte.
Si tratta di un documento piuttosto lungo, ma vale la pena sapere di che cosa parla. Abbiamo pensato di riepilogare alcuni dei punti principali riguardo a chi deve fare cosa in questo articolo. Il che significa che non devi necessariamente leggerlo tutto. Approfitta di questo vantaggio!
Enti governativi
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Garantire che chiunque abbia accesso online
Controllando punti di accesso, dati e piani tariffari per la banda larga per assicurarsi che
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chiunque possa accedere online e
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il costo non superi un certo limite in relazione ai guadagni. In poche parole, che sia accessibile per tutti.
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Offrire l'accesso completo a Internet, in qualsiasi momento
Potrebbe trattarsi della fine della censura? Attualmente, diversi enti governativi bloccano l'accesso a informazioni particolari. Per quanto non vincolante, è almeno un passo nella giusta direzione per mettere fine a tutto questo?
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Proteggere i dati e la privacy online degli utenti
Garantire agli utenti il diritto di visualizzare i propri dati online e controllare quali informazioni personali vengono condivise, oltre a (e questa è una buona cosa) incoraggiare gli enti governativi a ridurre al minimo sindacale la propria raccolta dati. A differenza di ciò che accade ora.
Aziende
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Rendere Internet conveniente e accessibile
Prendere in considerazione fattori quali sottosviluppo, povertà e discriminazione sessuale, collaborando strettamente con gli enti governativi per far sì che l'accesso sicuro sia una possibilità equa per tutti.
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Mantenere il rispetto per la privacy
Garantire agli utenti la scelta e il controllo cristallini di come e a quale scopo vengono utilizzate le loro informazioni.
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Sviluppare tecnologie progettate per assistere il genere umano
Rendere Internet equo e positivo rispettando e supportando i diritti umani, nonché assumendosi la responsabilità delle attività svolte. Questo principio sembra semplice, ma probabilmente è uno dei pilastri dell'intero contratto.
Cittadini
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Essere collaborativi
Condividere e creare informazioni e contenuti aperti e disponibili per tutti.
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Creare comunità rispettose
Garantire che chiunque online si senta al sicuro, al riparo e ben accetto. Costruiamo ponti, non muri!
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Combattere per il Web
Non avere paura di prendere posizione in difesa di Internet, essere espliciti riguardo a quello che è corretto e giusto e spingere aziende ed enti governativi ad assumersi la responsabilità delle loro azioni.
Non sembra male come piano, vero? Ma quanto sarà facile da mettere in atto è un'altra questione. Il contratto stesso annovera tra i suoi alleati parecchie organizzazioni importanti, il che è ottimo. Google e Facebook sono due dei principali colossi che hanno avuto un ruolo nella diffusione della disinformazione e delle violazioni dei dati pubblici e sono entrambi a bordo. È un passo nella giusta direzione, questo è vero, ma cosa succederà poi?
Il contratto è nato con le migliori intenzioni ma non è legalmente vincolante e, finché non lo sarà, nessuno potrà essere ritenuto responsabile, non importa chi si sia pronunciato a suo favore. Il contratto propone un quadro giuridico per la modifica delle leggi nazionali e governi come la Francia e la Germania hanno offerto il loro sostegno. Ma, finché non diventerà legalmente vincolante, non ci saranno conseguenze per chi non lo rispetta, anche se la violazione è evidente. Quindi, per il momento, non ci resta altro che aspettare e vedere…
E allora, che cosa posso fare?
Per prima cosa, cerca di comprendere come vieni tracciato online e cosa puoi fare per tutelarti. Verifica i fatti, anche più di una volta. Controlla le tue fonti. Se qualcosa ti sembra troppo bello per essere vero, ci sono buone probabilità che non lo sia. Ti consigliamo di conoscere tutti i dettagli di fenomeni come i video deepfake, di imparare a individuare le fonti affidabili, oltre a informarti su questioni controverse come pharming, violazioni dei dati e phishing. Procurarti una VPN è un altro passo nella giusta direzione per essere al sicuro online ed è anche un modo per aggirare la censura.
E nel frattempo, speriamo che il 2020 sia davvero l'anno in cui riusciremo a salvare Internet. Teniamo le dita incrociate!